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Con la consapevolezza, con la preparazione, con l’attrezzatura e specialmente con l’umiltà nei confronti della forza della natura – in questo caso del sole – si possono compiere belle imprese anche col caldo torrido. Era questo il messaggio che nel 2017 Sardinia Biking volle lanciare organizzando la prima edizione del Sarrabus Trail (24-25 giugno), con due percorsi di 180 e 200 km, rispettivamente di 3900 e 4600 m dsl.
Lo consideriamo l’ultimo della serie pionieristica, ben rappresentata dal Sulcis Trail dell’anno precedente, della quale conservava alcune caratteristiche come l’assenza di un centro di coordinamento e di assistenza durante l’evento, tanto che tutto lo staff partecipava al trail stesso (Amos Cardia alla 200 km, Francesca Loi e Rita Serra alla 180 km).
Si pedalava sui graniti roventi dell’interno, per lo più nei territori di Burcei, Villasalto e San Vito, fino al mare per poi tornare alla base attraverso la foresta dei Sette Fratelli, con le poche sorgenti attive che avevano una importanza strategica e saltarne una poteva significare il ritiro.
Difendersi dal caldo e dal sole è impegnativo quanto difendersi dal freddo e dal gelo, perciò il libro di viaggio trattava anche questi temi, visto che si trattava del primo trail in Sardegna a estate inoltrata:
… Tenere il corpo fresco è una priorità, non solo per il fastidio dato dal caldo eccessivo, ma anche per una ragione funzionale: un corpo accaldato è meno prestante (quindi sarete più lenti, col risultato di un circolo vizioso in cui resterete più tempo al caldo e vi ventilerete meno con la velocità più bassa) e un corpo accaldato consuma più acqua, col rischio quindi di ritrovarvi a secco prima del tempo. Vi raccomandiamo quindi queste tre soluzioni, da usare tutte insieme:
1. CAPPELLO SAHARIANO. Aiuta moltissimo, per alcune persone è determinante, tenere orecchie e nuca in ombra. Se non fate in tempo a comprarlo potete fabbricarlo facilmente aggiungendo un fazzoletto a un cappello normale, purché entrambi di cotone leggero, non i cappellini yankee che non traspirano. Il tutto si tiene costantemente bagnato.
2. OCCHIALI DA SOLE. Se gli occhi si stancano si stanca tutto il corpo. Avvolgenti, per non fare entrare luce neanche di lato, e con lenti ad alta protezione.
3. CREMA SOLARE AD ALTA PROTEZIONE. E’ utile per tutti, anche per chi ha la pelle molto resistente alle scottature, perché in ogni caso, riflettendo i raggi solari, fa in modo che la pelle, e quindi il corpo, si riscaldi meno.
Il percorso è studiato in modo che si trovi l’acqua da bere ad intervalli ragionevoli, purché abbiate una capienza di almeno 1,5 litri e purché ogni volta possibile facciate il pieno, anche se in quel momento aveste ancora, per esempio, 1,2 litri. Quei 300 ml che mancheranno potrebbero più avanti fare la differenza tra la salute e la disidratazione. Allo stesso modo, ogni volta possibile, bagnate il cappello e il corpo, anche se si tratta di acqua non potabile, come quella delle pozze dei ruscelli o dei vasconi …
Il libro di viaggio trattava anche di insetti, altro elemento che può trasformare un trail in un calvario:
– Contro le zanzare. Può essere utile un repellente e, una volta che vi hanno punto, un lenitivo a base di ammoniaca, in vendita in qualunque farmacia.
– Contro i tafani. Diversamente da altri insetti, non vanno a olfatto ma a vista, quindi il repellente non serve. La nostra fortuna è che sono relativamente lenti e quindi, una volta che vi si poggiano addosso, potete catturarli per poi schiacciarli tra due pietre. Sono piuttosto duri e non si schiaccerebbero col colpo della mano contro la pelle, ma resterebbero incolumi per continuare a inseguirvi e a pungervi. Una volta che vi hanno punto è utile un lenitivo a base di ammoniaca, in vendita in qualunque farmacia, purché applicato il prima possibile, senza aspettare. Perciò tenete il lenitivo sempre a portata di mano.
– Contro le zecche. Può essere utile un repellente ma ancora di più è opportuno mettersi nelle condizioni di non essere punti, per esempio evitando di sedersi o coricarsi su superfici che non si possono controllare. Meglio quindi sedersi su una roccia, la cui superficie è evidente, che non sul terreno polveroso.
Lungo costa, essendo alla fine di giugno, gli stabilimenti balneari erano già tutti aperti, così in molti potemmo fare la doccia lungo strada e di notte dormire comodamente nei lettini degli stabilimenti stessi (quelli che non avevano custode). Alcune valutazioni sono rimaste nei due quadri (rispettivamente 180 e 200 km) del foglio delle firme degli arrivi:
I partecipanti provenivano da tutta la Sardegna e uno dalla Lombardia, per molti fu una buona occasione di conoscere il territorio del sud-est, le sue caratteristiche e le sue attrattive principali. Dalla partecipazione di Andrea Simbula, che per l’occasione ci diede alcuni buoni consigli sulla zona di Muravera, poi nacque il Sarrabus Experience, ma questa è un’altra storia.
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