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Ciclovia “Tra grano e montagna”

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Sardinia Biking nel 2021 ha fornito consulenza ai Comuni di Escolca, Villanova Tulo e Seulo per la nascita di una ciclovia che li congiungesse e di escursioni specifiche per valorizzare le attrattive di ciascuno di questi tre paesi. Il ruolo di Sardinia Biking è consistito nel creare il percorso della direttrice che congiunge i tre paesi e nel creare i percorsi delle escursioni specifiche. La pubblicazione e la divulgazione dei dati sono rimaste in carico ad altri soggetti, che li hanno inclusi in una app, ma per chi lo ritenesse più pratico pubblichiamo le tracce gps, i waypoint e altra documentazione anche in questa pagina.

In varie zone dei tre paesi, in corrispondenza dei punti di accesso delle escursioni (per gravel, mountain bike e trekking) si trovano questi cartelli (grafica di Giancarlo Murgia). Attenzione che il profilo altimetrico rappresentato sui pannelli non rappresenta l’escursione oggetto del pannello stesso ma la direttrice lineare Escolca-Villanova Tulo-Seulo. Sul territorio troverete anche altri pannelli più grandi che semplicemente ne illustrano le attrattive, senza che abbiano una funzione per l’inizio delle escursioni, che infatti in questi pannelli più grandi non sono neanche nominate.

La ciclovia, intesa come rete, consiste dunque nella direttrice, nelle escursioni laterali, ad anello, in alcuni segmenti che sono escursioni a bastone o varianti di collegamento. Di seguito le tracce gps e i waypoint.

  • 1. Direttrice (lineare 36 km, in direzione sud-nord 1100 m dsl, in direzione nord sud 780 m dsl)

Il villaggio di San Simone costituisce il giro di boa del percorso anulare, caratterizzato da una andata in asfalto su strade di penetrazione agraria e un ritorno su una lunga sterrata in discesa a tratti selciata. È totalmente disabitato e, rispetto alla viabilità attuale, si trova lungo la provinciale tra Mandas e Villanovafranca. Consiste in una trentina di piccole case e in una chiesa che offre riparo con un profondo loggiato sempre accessibile. L’interesse storico è alto, quello architettonico in alcuni casi è compromesso da case in blocchetti di cemento e tetto in eternit. Manca un punto di approvvigionamento idrico potabile ma nella parte bassa del villaggio si trova un pozzo con una pompa a leva manuale funzionante. Il villaggio è circondato a perdita d’occhio da distese di grano: in primavera un mare di verde e da giugno un mare di giallo. Tutta l’area del villaggio è cinta da un basso muro in pietra chiuso da cancelli lucchettati e all’esterno non si trova alcun riferimento per una eventuale apertura e visita della chiesa.

Si tratta di un’area picnic lungo il greto di un affluente sinistro del rio Crabaxa (Crabaxia in IGM). Si tratta di una località di grande valore naturalistico, con maestosi esemplari di roverelle (dominanti), lecci e pioppi. Vi si trova una antica stazione in pietra di un acquedotto che approvvigionava Serri, Escolca e Gergei. I servizi consistono in tavoli e panche in legno e in un grande barbecue con tettoia. Il tutto è perfettamente tenuto. Nella parte opposta della strada si trova un abbeveratoio alimentato da una fonte attiva (aprile 2021). Il territorio è collinare ed è caratterizzato prevalentemente da piccoli terreni chiusi destinati a oliveti.

E’ situata a nord del paese in posizione sopraelevata e la prima attestazione della sua esistenza consiste in una iscrizione sulla campana, risalente alla seconda metà del Cinquecento.  L’antico nome era Santa Maria de is Bìngias e accanto alla chiesa sorgeva un convento di frati trinitari, fondato nel 1650 e soppresso nel 1767 in seguito alla nota legge sabauda di soppressione degli ordini. Secondo alcune fonti la chiesa sarebbe stata fondata dagli Eremitani di Sant’Agostino, presenti per un periodo a Escolca, ai quali si dovrebbe anche il culto di Sant’Agostino, celebrato in pochissimi altri centri della Sardegna. La chiesa è chiusa e al suo interno si conserva una statua della Madonna risalente al Settecento e un’acquasantiera ottagonale con iscrizioni in arabo. L’area attigua è caratterizzata da maestose roverelle e vi si trova un parco attrezzato con tavoli, panche e una fontana inattiva. Il pregio naturalistico e storico dell’itinerario è alto, con una vegetazione fitta ai bordi delle strade ancora cinte da muretti a secco. I tratti più ripidi, ossia quasi tutto il percorso, sono stati cementati o asfaltati.

  • 5. Itinerario non disponibile perché al momento della pubblicazione risulta ostruito dalla vegetazione.

  • 6. Variante storica Isili (nome file “Variante sentiero storico”, lineare 0,7 km [sola andata sud-nord] 10 m dsl+, 70 m dsl-)
Si tratta di una alternativa alla strada asfaltata che lungo la direttrice passa per Isili. Questa variante evita il centro del paese e il suo valore consiste nel suolo, costituito per lunghi tratti da un tavolato di roccia, e dagli alti muretti a secco che cingono la via su entrambi i lati, stringendola fino a una larghezza di appena 1,5 m. Allo stato attuale è percorribile soltanto da chi ha una buona capacità tecnica perché il fondo è ricoperto da un accumulo di sassi smossi che lo rendono appena praticabile soltanto in discesa (ossia nella direzione sud-nord, secondo la direttrice Escolca-Seulo).

Il nuraghe è visitabile accompagnati dalle ottime guide presenti all’ingresso. Per informazioni tel. 0782.81.30.30 – 340.25.19.683 – albertocarcangiu@tiscali.it

L’escursione si sviluppa nel primo tratto lungo la strada asfaltata che dal paese conduce al borgo di Santa Sofia, avvicinandosi in questo modo anche al nuraghe Adoni che può essere incluso in questa escursione con un modesto allungamento. Obiettivo è la Punta Pranedda ‘e Ollastu, una cima sul bordo dell’altopiano che precipita nel canyon del Flumendosa, costituendo il versante destro della profonda gola fluviale. La vista è mozzafiato e spazia su tutto il territorio circostante, costituito dai fitti boschi di Pantaleu e Corongia. Il valore naturalistico è alto e può essere ulteriormente aumentato con un prolungamento dell’escursione verso nord (Punta Pranedda ‘e Ollastu non sarebbe più il giro di boa), oltre i limiti del territorio comunale, magari fino al monumento naturale di Su Campanili (in territorio di Gadoni) che costituisce una attrattiva di sicuro rilievo regionale e non solo.

L’escursione include all’inizio il periplo del colle di San Sebastiano alla periferia del paese, dopo il quale si scende di quota fino al ponte Maxia sul lago medio del Flumendosa, inaugurato nel 1962 e costruito di tali dimensioni per l’innalzamento del livello dell’acqua, derivante dalla costruzione della diga per la creazione del lago medio del Flumendosa. Nelle foto dell’epoca è ancora intatto il vecchio viadotto ferroviario con la sezione centrale in acciaio mentre oggi di tale opera rimane soltanto un muro di accesso e un pilone che emerge dall’acqua per pochi metri. Immediatamente prima del ponte inizia la sterrata che percorre a diverse quote il versante che costituisce la riva destra, la vista sul fiume è suggestiva e varrebbe l’escursione anche da sola, il fondo della sterrata è ottimo e i cambiamenti di pendenza non sono mai proibitivi. Una breve deviazione a destra permette di avvicinarsi ancora di più al fiume e conduce al guado storico di Bau ‘e Crèsia, praticabile con circa venti cm d’acqua anche durante il sopralluogo (aprile 2021). Si prosegue ancora sulla sterrata lungo la riva destra per poi iniziare la lunga e ripida via del ritorno a Villanova Tulo, che in compenso si sviluppa su strade cementate in modo da renderne la percorrenza in salita più sicura e scorrevole. Nella stagione calda saranno di grande conforto le numerose fontane che si susseguono fino al rientro in paese. La via del ritorno è molto vicina alla direttrice, tale da potercisi immettere, se si volesse, con un breve collegamento senza bisogno di rientrare a Villanova Tulo.

Una volta superato il viadotto di Selasi (in direzione Escolca-Villanova Tulo-Seulo) una deviazione sterrata sulla sinistra conduce con dei ripidi tornanti in discesa alla riva sinistra del Flumendosa. Poche decine di metri a valle si arriva alla confluenza dell’affluente sinistro Narboni Onniga e al guado storico di Selasi (praticabile soltanto nei periodi dell’anno in cui il livello dell’acqua è basso), mentre risalendo la stessa riva si giunge alla località Coròngiu Orrùbiu. È un tratto di fiume che vale la pena visitare per la frequente possibilità di uso balneare, con anche alcuni tratti di riva che offrono degli arenili, comunque sottoposti alle modificazioni stagionali. Specificamente Coròngiu Orrùbiu è un punto suggestivo caratterizzato da due grandi massi rossi ciascuno dei quali dalla propria riva si protende verso il centro del fiume. Poco più a monte si trova la confluenza dell’affluente destro Pantaleu, che si getta nel Flumendosa portando la propria acqua molto più fredda rispetto a quella del Flumendosa stesso. La confluenza avviene con una piccola cascata su una parete ricoperta di roccia, sulla quale, dietro il getto dell’acqua, si apre una piccola cavità in cui possono trovare spazio una o due persone.

L’escursione consente di visitare la chiesa campestre dei santi Cosma e Damiano, conosciuta più comunemente col nome di San Cosimo, il nuraghe Pauli e altre attrattive, come la roverella plurisecolare a pochi metri dalla chiesa campestre e una via storica cinta da muretti a secco. La chiesa risale al Cinquecento e dal piazzale antistante si gode di un bel panorama sul paese mentre la vicina roverella, conosciuta dai locali come S’orroli de Santu Còsimu, è purtroppo parte di un terreno privato e recintato, così che non è possibile poter stazionare alla sua base. La chiesa è chiusa e all’esterno non si trova alcun riferimento per una eventuale apertura e visita.
Il nuraghe Pauli è un monotorre in buono stato di conservazione anche se la tholos non è più completa, in compenso all’interno sono presenti e intatte delle ampie nicchie ed è ancora accessibile la scala elicoidale che conduce sulla sommità, dalla quale si gode di un’ampia veduta sul paese di Seulo e sul territorio circostante. Il ritorno a Seulo avviene sull’ultima parte della strada Selasi-Seulo che costituisce anche la direttrice della ciclovia.

L’escursione consente di visitare tre attrattive del territorio di Seulo,  in ordine di percorrenza la grotta Domus de Janas (da non confondere con le vicine grotte Is Janas nel territorio di Sadali), la cascata di Su Stampu ‘e su Tùrrunu e l’antico ponte di Berissai.
La grotta Domus de Janas è costituita da tre bracci principali, dei quali al momento è accessibile e messo in sicurezza il braccio più ampio, che si estende per 108 metri, caratterizzato da stalattiti, stalagmiti e colonne. Su Stampu ‘e su Tùrrunu è una cascata unica nel suo genere in Sardegna perché si realizza all’interno di una roccia pensile. L’acqua ha scavato sulla roccia calcarea un inghiottitoio da cui precipita il getto di circa 8 metri di altezza creando al di sotto della roccia un laghetto ampio e trasparente. Lungo la strada per la cascata si trova un capanno utile in caso di escursioni lunghe. Il ponte di Berissai risale all’epoca romana e, insieme alla antica strada che lo collega al paese, è stato restaurato nel 2004. Fino all’Ottocento erano la strada e il ponte normalmente in uso verso Sadali, prima che fosse costruito il tracciato più a monte che costituisce la parte iniziale dell’escursione. Oltre all’interesse naturalistico e storico il percorso può vantare anche un interesse tecnico, per il single track in discesa che conduce al ponte di Berissai, purché sia tenuto costantemente pulito dalla vegetazione.
Per l’apertura e la visita alla grotta, così come per l’apertura del capanno lungo la via per Su Stampu ‘e su Tùrrunu occorre contattare preventivamente l’Ecomuseo di Seulo: 328.49.79.486 – ecomuseo.flumendosa@gmail.com

I waypoint delle fontane e sorgenti sono chiamati genericamente FONTANA e sono seguiti da un numero o da una lettera. Tale numero o lettera non ha alcuna funzione se non quella di distinguere il nome del file, dato che non possono coesistere due o più waypoint con lo stesso nome.

Sardinia Biking ha scelto questi itinerari nel mese di aprile 2021, basandosi sullo stato dei percorsi al momento dei sopralluoghi, raccomandandosi con i Comuni per la pulizia e la manutenzione costanti. Se qualcosa non fosse oggi nelle condizioni opportune non esitate a rivolgervi al Comune competente affinché metta subito rimedio. Buon giro!

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